DeepSeek: La Rivoluzione Europea che Sconvolge l’Intelligenza Artificiale


Il lancio da parte della Cina di un’intelligenza artificiale (IA) generativa, DeepSeek, che compete con ChatGPT di OpenAI, ma con un consumo energetico cinquanta volte inferiore, continua a scuotere la comunità internazionale. Secondo la geopolitoressa Asma Mhalla, docente a Sciences Po e autrice di Technopolitique. Come la tecnologia ci trasforma in soldati (Seuil, 2024), questo episodio, che cristallizza la rivalità tra Stati Uniti e Cina, dovrebbe risvegliare i paesi europei.
Si è parlato, a proposito dello shock causato negli Stati Uniti dall’irruzione dell’intelligenza artificiale cinese, DeepSeek, di “un momento Sputnik”, in riferimento alla sorpresa che colpì gli americani quando scoprirono il satellite russo nel 1957. La comparazione è pertinente?
Colui che ha per primo fatto questo parallelo è Marc Andreessen, un investitore pro-Trump. Fa parte dei falchi della Silicon Valley, i bellicisti della tecnologia che hanno intrecciato la retorica del business con quella della guerra. Secondo loro, gli Stati Uniti devono battere la Cina sul fronte tecnologico. E l’IA, in particolare, cristallizza questa rivalità tecnologica e geostrategica tra le due superpotenze. Evocare Sputnik si inserisce in questo racconto di guerra fredda.
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In questo articolo abbiamo esplorato l’impatto del lancio di un’intelligenza artificiale cinese, DeepSeek, sulla geopolitica attuale, e come il confronto con eventi storici come il lancio dello Sputnik possa rivelare le attuali tensioni tecnologiche tra le principali potenze mondiali.
Fonte: www.lemonde.fr
[…] un chatbot messo a disposizione del personale di France Travail. Sul modello di un abbonamento ChatGPT o DeepSeek, questo strumento consente agli agenti di redigere più rapidamente e-mail e offerte di lavoro, che […]
[…] L’arrivo del cinese DeepSeek, che rilancia le posizioni ufficiali cinesi in parte delle sue risposte, non fa altro che rafforzare la necessità di imporre delle norme a questi strumenti, sostiene l’esperta. Dovrebbero “imparare a riconoscere le fonti affidabili dalle fonti di propaganda”. […]