Il rinnovamento dell’IA: Un anno dopo ChatGPT, l’alba di una nuova era

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La rivoluzione dell’intelligenza artificiale generativa

Alle 11 di una domenica di inizio novembre, Annick, 51 anni, apre l’applicazione “ChatGPT” sul suo tablet. Tra un’ora, i suoi due figli studenti arriveranno, ma l’imprenditrice non ha avuto il tempo di fare la spesa. “Ho tre uova, lenticchie corallo, farina, panna, quattro patate e una insalata. Seleziona degli ingredienti e proponimi due idee per pasti facili per tre persone”, scrive al chatbot* di OpenAI.

Qualche secondo dopo, la risposta arriva. “Puoi preparare delle crocchette di lenticchie corallo e patate, accompagnate da un’insalata fresca”. La ricetta appare passo dopo passo. La seconda idea è una purea di patate con lenticchie corallo, arricchita con uova in camicia. “È molto utile. Da quando i miei figli mi hanno fatto scoprire ChatGPT, lo uso regolarmente e soprattutto per i pasti”, racconta con una risata.

Prima del 30 novembre 2022, giorno del lancio di ChatGPT, interagire con intelligenze artificiali in grado di riassumere interi libri, scrivere e-mail, sintetizzare riunioni o comporre musica in pochi secondi, era ancora fantascienza.

“Il lancio di ChatGPT è paragonabile a quello dell’iPhone nel 2007 nel senso che si può datare la svolta della società in una nuova era”, sostiene Medhi Triki, uno dei direttori del Hub FranceIA, che riunisce 140 aziende del settore.

Una rivoluzione con conseguenze civili? Come spiegare questo successo?

“Quello che colpisce è il lato ludico”, decifra Olga Kokshagina, docente e ricercatrice presso l’Edhec e membro del Consiglio nazionale del digitale. “La sua forza”, continua, “è la sua facilità d’uso da parte di chiunque, dalla madre di famiglia allo studente, passando per tutte le professioni aziendali”.

Coloro che padroneggiano meglio l’arte del prompt* sono premiati con consistenti guadagni di produttività, fino all’80% del tempo necessario per alcune attività.

“È uno tsunami di cui per ora percepiamo solo le prime onde”, ritiene Yann Ferguson, direttore scientifico del LaborIA, un’entità di ricerca dell’Inria sull’impatto dell’IA sul lavoro.

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