Fattorie 2.0: L’Intelligenza Artificiale Coltiva il Futuro dell’Agricoltura Francese

Innovazioni nel Settore Agricolo grazie all’Intelligenza Artificiale
Oltre a mettere in evidenza la competenza degli agricoltori francesi, il Salon de l’agriculture consente anche di seguire la modernizzazione di questo settore. Una parte crescente della professione utilizza ormai l’IA quotidianamente.
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Agricoltore da 30 anni in Haute-Garonne, Bernard Ader non si separa più dal suo telefono, che lo aiuta quotidianamente, grazie a applicazioni come ChatGPT. Un modo per lui di mostrare le evoluzioni del settore alla Salon de l’agriculture, che si è aperto Porte de Versailles, a Parigi, sabato 22 febbraio. Tra i 1.200 espositori, sono sempre di più quelli che utilizzano l’intelligenza artificiale per semplificare la loro vita quotidiana.
È questo che utilizza ora Bernard Ader per evitare errori nel suo bestiame. L’agricoltore apre un’applicazione sul suo smartphone come dimostrazione: “Quando devi mettere i tuoi animali in riproduzione, è importante conoscere tutta la loro genealogia, per evitare di mettere tori parenti con la vacca che intendi accoppiare.”
In un colpo d’occhio, l’agricoltore può quindi individuare i “tori proibiti“. Accanto a lui, Charles Terrey, 22 anni, ammette anche di guadagnare tempo grazie all’intelligenza artificiale. Lui, che è sia agricoltore che ingegnere agronomo, riprende l’azienda agricola di famiglia nella Aube, e discute con un’applicazione per ridurre il tempo trascorso nella burocrazia.
“Qui possiamo chiedere a uno strumento digitale quale operazione non è regolamentare e perché non lo è“, spiega il giovane agricoltore, che riconosce che senza questo strumento digitale, l’operazione richiede molto più tempo. Si vanta anche di aver fatto adottare l’applicazione a suo padre, prossimo alla pensione.
“Ci si abitua abbastanza rapidamente perché si dialoga con lo strumento.”
Charles Terrey, agricoltore e ingegnere agronomofranceinfo
Charles Terrey può persino parlare con il software una volta installato nel suo trattore, che guida da solo nei campi grazie a un GPS. “Quando stai guidando, puoi indossare le cuffie e porre domande ai tuoi dati: qual è il mio costo di produzione sul grano? Qual è il prezzo medio di produzione per il grano nella mia regione?“, indica.
Far conoscere questi strumenti è l’obiettivo della Ferme digitale, creata dieci anni fa, per mettere il digitale al servizio degli agricoltori. L’associazione stima che, ogni anno, gli agricoltori e i loro commercialisti, banchieri o anche assicuratori, perdano in media 500 ore all’anno a causa della burocrazia.
David Joulin, uno dei fondatori della Ferme digitale, spiega: “L’obiettivo è provare a dividere quel tempo per cinque, per dieci se possibile, affinché l’agricoltore possa dedicare tempo a operazioni realmente utili per lui“. Ad esempio, coltivare i suoi campi e, nel contempo, moltiplicare i dati per nutrire e perfezionare l’intelligenza artificiale.
Fonte : www.francetvinfo.fr