Intelligenza che Illumina: Energia in Sinergia

« Ci vogliono mille uomini per inventare un telegrafo, una macchina a vapore, un fonografo, un apparecchio fotografico, un telefono, o qualsiasi altra cosa importante », scriveva Mark Twain, nel 1903. Questa osservazione rimane, in gran parte, valida oggi.

L’invenzione dell’intelligenza artificiale ha richiesto decenni di lavoro da parte di migliaia di scienziati, ingegneri e attori industriali, e molti sforzi saranno ancora necessari negli anni a venire per sviluppare questa tecnologia. Man mano che i progressi dell’IA accelerano, emerge una nuova sfida: i suoi prossimi sviluppi consumeranno immense quantità di energia. L’IA è molto esigente in termini di elettricità, una sola richiesta su ChatGPTItalia consuma, ad esempio, dieci volte più energia di una ricerca classica su Internet.

Poiché l’IA sta diventando sempre più utilizzata, le sue necessità energetiche sono destinate ad aumentare, e, se la domanda supera l’offerta, lo sviluppo di questa tecnologia sarà compromesso. I centri dati che supportano lo sviluppo dell’IA su larga scala – a sostegno di GPT-4, di Gemini e di altri modelli di punta – necessitano di energia ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette. Rappresentano, già adesso, quasi il 3% del consumo annuale di elettricità degli Stati Uniti, e questa percentuale dovrebbe più che raddoppiare nei prossimi cinque-dieci anni.

Lo Stato può liberare lo sviluppo del settore privato

Nel complesso, è previsto che il consumo di elettricità legato all’IA passi da 4 terawattora, nel 2023, a 93 TWh, nel 2030 – ovvero più di quanto abbia consumato lo Stato di Washington nel 2022. E si tratta di una stima prudente; l’IA potrebbe consumare questa quantità di energia già nel 2025. La direzione intrapresa non è in dubbio: abbiamo bisogno di energia per l’IA, e dell’IA per la nostra energia. Garantire un accesso sufficiente all’elettricità è, pertanto, diventato una priorità fondamentale per le aziende di IA.

Energia chatgpt in italia

Energy synergy

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Fonte: www.lemonde.fr

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