Dopo Elon Musk, anche Sam Altman si avvicina alla politica. Proprio come il CEO di Tesla e SpaceX ha collaborato con Donald Trump, futuro presidente degli Stati Uniti, Altman, direttore generale di OpenAI, assume un ruolo simile a livello locale. Lunedì 18 novembre, è stato annunciato come membro del team di transizione del nuovo sindaco di San Francisco, Daniel Lurie, un centrista appartenente al Partito Democratico. Il leader della start-up che ha creato ChatGPT si è dichiarato “entusiasta di aiutare la città che [ama] e dove OpenAI ha avuto inizio”.
“Ogni membro del team è un leader incredibile che porta una vera esperienza nella produzione di risultati, sfidando lo status quo”, ha sottolineato Lurie. Tra gli altri membri del team, Lurie ha reclutato Ned Segal, ex direttore finanziario di Twitter (ora X), che ha ricoperto questo ruolo fino al 2022, anno in cui la piattaforma è stata acquistata da Elon Musk.
L’implicazione diretta di imprenditori e dirigenti del settore tecnologico nella politica e negli affari pubblici americani è un fenomeno sempre più evidente. Per Sam Altman, questo nuovo incarico rappresenta l’opportunità di influenzare una città chiave per il settore tecnologico: San Francisco è la sede di OpenAI, con circa 2.000 dipendenti, e di YCombinator, il celebre incubatore di start-up in cui Altman ha mosso i suoi primi passi. Anche i leader di YCombinator hanno sostenuto la candidatura di Daniel Lurie attraverso l’associazione Grow SF, un gruppo di riformatori centristi provenienti dal settore tecnologico.
Negli ultimi anni, la città californiana ha conosciuto un rinnovamento economico e sociale grazie all’innovazione nell’intelligenza artificiale (IA), di cui OpenAI è uno dei principali attori.
Altman, spesso definito una “star mediatica” della Silicon Valley, coltiva da tempo l’interesse per la politica. Già nel 2018 aveva considerato la possibilità di candidarsi come governatore della California, salvo poi rinunciare. Altman è visto come un democratico tipico della Silicon Valley: ha sostenuto con donazioni vari candidati del Partito Democratico durante le primarie del 2020, tra cui Kamala Harris. In passato, nel 2017, dopo l’elezione di Donald Trump, Altman aveva partecipato a proteste contro i decreti presidenziali che limitavano i visti per lavoratori stranieri, figura cruciale nel settore tecnologico.
Lo stesso anno, ha promosso un manifesto sui valori della Silicon Valley, “The Tech Pledge”, invitando il settore digitale a impegnarsi maggiormente nelle questioni sociali. Inoltre, Altman ha avviato una sperimentazione triennale sul reddito minimo universale, che secondo lui potrebbe diventare una risposta alla “fine del lavoro” prevista con l’avanzare dell’IA.
L’impegno di Altman con il team di transizione di Daniel Lurie potrebbe avere implicazioni di vasta portata per San Francisco e oltre. La collaborazione tra leader tecnologici e politici locali potrebbe accelerare le soluzioni per sfide urbane come l’accesso abitativo, la sicurezza pubblica e l’inclusione tecnologica. Con OpenAI e altre start-up che guidano l’innovazione nell’IA, Altman si trova in una posizione strategica per promuovere progetti che non solo rafforzino l’economia locale, ma modellino anche le politiche tecnologiche future.
Rimane da vedere come la sua esperienza imprenditoriale si tradurrà in risultati tangibili per una città che, nonostante la sua ricchezza tecnologica, affronta sfide significative come il costo della vita e la gestione delle disuguaglianze sociali.
Fonte: www.lemonde.fr
Δ