OpenAI, il creatore di ChatGPT, colpito da nuove partenze di dirigenti

OpenAI, il creatore di ChatGPT, colpito da nuove partenze di dirigenti Sam Altman, direttore generale di OpenAI, e Mira Murati, allora direttrice tecnica della start-up, alla conferenza WSJ Tech Live a Laguna Beach (California), il 17 ottobre 2023. PATRICK T. FALLON/AFPL’annuncio ha sorpreso: mercoledì 25 settembre, la direttrice tecnica di OpenAI, Mira Murati, ha annunciato le sue dimissioni. Assunta nel 2018, questa ingegnere di origine albanese era una figura di primo piano nella start-up di intelligenza artificiale (IA) e aveva partecipato al lancio del celebre chatbot ChatGPT, alla fine del 2022, e del suo equivalente in grado di creare immagini sorprendenti a partire da richieste scritte, Dall-E. Lo stesso giorno, la start-up ha comunicato su X l’uscita di altri due dirigenti: il direttore della ricerca, Bob McGrew, e il vicepresidente della ricerca, Barret Zoph.

Questa serie di defezioni è stata comunicata in modo cordiale e senza ostilità da entrambe le parti. «I cambiamenti nella leadership sono una componente naturale della vita di un’azienda, specialmente per le imprese che crescono così rapidamente e con così tante richieste» ha scritto giovedì su X il direttore generale Sam Altman, riferendosi alla società passata da 750 a 1.700 dipendenti. «Ovviamente non sosterrò che sia naturale che questa partenza [di Mira Murati] sia così improvvisa, ma non siamo una compagnia normale.»

Paradossalmente, tuttavia, queste dimissioni sono il segno di una sorta di normalizzazione di OpenAI, nata nel 2015 come progetto senza scopo di lucro per «sviluppare un’intelligenza artificiale generale [un concetto che indica una forma di super intelligenza] per il bene di tutti». L’esodo dei dirigenti segnala anche una certa tensione riguardo alla missione e al futuro della struttura.

Gestione troppo solitaria e riservata

Alla fine del 2023, una ribellione interna aveva portato al licenziamento – poi al reintegro – di Sam Altman. Le critiche erano sollevate da alcuni dipendenti, sostenitori del filone di pensiero preoccupato per il «rischio esistenziale» che l’IA rappresenterebbe per l’umanità. Ma miravano anche più ampiamente a una politica considerata troppo orientata al profitto e al lancio a breve termine di prodotti commerciali, specialmente dal 2019, quando è stata creata una seconda struttura a scopo di lucro, nella quale il partner Microsoft ha investito 13 miliardi di dollari (11,7 miliardi di euro). Altman è stato inoltre accusato da alcuni di avere uno stile di gestione troppo solitario e riservato.

Da allora, a maggio, l’ex ribelle Ilya Sutskever, cofondatore e responsabile scientifico, ha lasciato il gruppo insieme a Jan Leike, responsabile della gestione dei rischi. In agosto, un altro cofondatore, Greg Brockman, ha preso un congedo e il ricercatore John Schulman si è unito alla start-up di IA Anthropic.

Fonte: www.lemonde.fr

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