Microsoft e OpenAI sotto accusa: la battaglia legale con il « New York Times »

 

Il New York Times apre una nuova battaglia per i diritti d’autore contro OpenAI e Microsoft

Il New York Times avvia una causa per violazione dei diritti d’autore

L’ingresso del “New York Times” a New York

Il 1 febbraio 2022, il “New York Times” di fronte a ChatGPT ha aperto un nuovo fronte per la difesa dei diritti d’autore dei media. Il quotidiano americano ha intentato una causa presso un tribunale federale a New York contro OpenAI, creatore del software ChatGPT, e Microsoft, suo principale investitore, per violazione dei diritti d’autore.

“Come spiega la denuncia, Microsoft e OpenAI hanno utilizzato il nostro lavoro per sviluppare e commercializzare i loro prodotti di intelligenza artificiale (IA) generativa senza il permesso del Times,” ha dichiarato a AFP una portavoce del quotidiano, sostenendo che si tratti di una “violazione dei diritti d’autore in termini di contenuto e di lavoro giornalistico”.

Le richieste del New York Times

Secondo la denuncia, il giornale stima il danno subito in “diversi miliardi di dollari”, sia in termini pratici che legali. “I difensori dell’IA generativa si basano su modelli di apprendimento massiccio che sono stati costruiti copiando e utilizzando milioni di articoli del Times protetti dai diritti d’autore,” aggiunge il quotidiano.

Negoziazioni senza successo

Microsoft e OpenAI “hanno dato ai contenuti del Times un’importanza particolare nella costruzione del loro modello di apprendimento, evidenziando una preferenza che riconosce il valore di questo lavoro”. Il quotidiano spiega anche di aver tentato di negoziare con le due aziende per “ricevere una compensazione adeguata per l’utilizzo dei suoi contenuti”, ma fino ad ora senza successo.

“Le leggi sul diritto d’autore proteggono il nostro giornalismo. Se Microsoft e OpenAI vogliono utilizzare il nostro lavoro per fini commerciali, la legge li obbliga a chiedere prima il permesso. Non l’hanno fatto,” ha sottolineato una portavoce. Interrogati da AFP, né Microsoft né OpenAI hanno finora rilasciato commenti.

Un accordo con un editore tedesco

A metà dicembre, OpenAI aveva raggiunto un accordo con il gruppo tedesco Axel Springer, editore principalmente del tabloid “Bild”, per remunerarlo per fornire contenuti del gruppo nelle risposte alle richieste degli utenti di ChatGPT. Secondo i termini di questa partnership, presentata come unica nel suo genere dai due attori, gli utenti che pongono una domanda a ChatGPT riceveranno in risposta riassunti di articoli editi dalle marche di Axel Springer, tra cui Politico, Business Insider, e i quotidiani “Bild” e “Welt”.

La corsa all’IA generativa

Dall lancio di ChatGPT un anno fa, i giganti della Silicon Valley si stanno impegnando in una corsa sfrenata all’IA generativa. Questo consente di ottenere testi, immagini o linee di codice di livello equivalente a quelli prodotti dagli esseri umani, su richiesta semplice in linguaggio comune, da modelli addestrati principalmente grazie alla massa dei contenuti presenti online.

Fonte: www.creditnews.it

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