Meta AI sotto la Lente: WhatsApp e le Sfide Antitrust dell’UE

La Commissione Europea valuta un’indagine antitrust su Meta AI integrata in WhatsApp

Logo di WhatsApp

 

La Commissione Europea starebbe valutando l’apertura di una nuova indagine antitrust nei confronti di Meta, focalizzata sull’integrazione delle funzionalità di Meta AI all’interno di WhatsApp. L’attenzione di Bruxelles si concentra in particolare sul modo in cui l’intelligenza artificiale del gruppo di Mark Zuckerberg è stata introdotta nel mercato europeo a partire da marzo.

Secondo quanto riportato dal Financial Times, l’inchiesta riguarderebbe il sospetto abuso di posizione dominante nel settore delle applicazioni di messaggistica, dove WhatsApp rappresenta uno standard de facto per centinaia di milioni di utenti europei.

Meta AI preinstallata senza consenso esplicito

Da marzo, Meta ha reso disponibile il proprio chatbot di intelligenza artificiale su WhatsApp, Facebook, Instagram e Messenger anche nell’Unione Europea. Tuttavia, la modalità di integrazione ha sollevato forti perplessità da parte delle autorità di concorrenza.

In particolare, Meta AI risulta preinstallata e visibile di default, integrata direttamente nella barra di ricerca di WhatsApp, senza una richiesta preventiva o un consenso esplicito da parte dell’utente. Un elemento che, secondo i regolatori, potrebbe alterare le dinamiche concorrenziali.

Già nel luglio scorso, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) italiana aveva espresso preoccupazioni formali:

«Meta, che detiene una posizione dominante nel mercato dei servizi di comunicazione, avrebbe imposto la disponibilità del proprio servizio di intelligenza artificiale agli utenti WhatsApp, senza una scelta attiva da parte degli stessi»
(AGCM – Comunicato ufficiale, luglio 2024)

L’indagine italiana e il rischio di “lock-in” degli utenti

Il 30 luglio, l’AGCM ha annunciato l’avvio di un’istruttoria nei confronti di WhatsApp, con l’obiettivo di verificare se Meta abbia abusato della propria posizione dominante integrando Meta AI in modo sistematico per tutti gli utenti.

Tra i punti chiave dell’indagine:

  • possibile esclusione di soluzioni di IA concorrenti dalla piattaforma;
  • creazione di un effetto di lock-in tecnologico;
  • utilizzo progressivo dei dati per rendere Meta AI sempre più indispensabile.

Secondo l’Antitrust italiana, l’uso continuativo di Meta AI potrebbe rendere gli utenti «funzionalmente dipendenti» dall’ecosistema Meta, poiché il chatbot migliorerebbe le proprie risposte nel tempo sfruttando le interazioni precedenti.

Una lettura condivisa anche a livello europeo.

L’inchiesta UE fuori dal Digital Markets Act

A differenza di altre procedure recenti, l’eventuale indagine della Commissione Europea non sarebbe condotta sotto il Digital Markets Act (DMA), bensì sulla base delle norme generali di concorrenza dell’Unione Europea (articoli 101 e 102 del TFUE).

Questo aspetto è rilevante: indica che Bruxelles considera il caso Meta AI come un possibile precedente strutturale, capace di influenzare l’intero mercato emergente degli assistenti di intelligenza artificiale integrati nelle piattaforme di comunicazione.

La risposta di Meta e il contesto geopolitico

Interpellata sulla questione, Meta ha ribadito una posizione già espressa in precedenza, respingendo «con fermezza accuse prive di fondamento» e sostenendo che Meta AI rappresenti un’innovazione a beneficio degli utenti.

Il dossier si inserisce però in un contesto geopolitico complesso. Negli ultimi mesi, l’amministrazione Trump ha più volte criticato l’approccio regolatorio europeo verso le Big Tech statunitensi, definendo le sanzioni UE come discriminatorie.

Nel novembre 2024, il Segretario al Commercio USA Howard Lutnick ha invitato l’Unione Europea ad «alleggerire la pressione normativa sul settore digitale», richiesta respinta con decisione da Bruxelles.

Le sanzioni già inflitte a Meta

Meta non è nuova a procedimenti europei. Negli ultimi mesi:

  • aprile 2024: multa da 200 milioni di euro per violazioni del DMA;
  • novembre 2024: sanzione da circa 800 milioni di euro per aver collegato Facebook Marketplace al social network principale;
  • altre indagini UE hanno colpito Google, Amazon e Microsoft, in particolare nei settori della ricerca e del cloud computing.

Un caso chiave per il futuro dell’IA in Europa

L’eventuale apertura di un’indagine formale su Meta AI potrebbe rappresentare un caso di riferimento per la regolamentazione dell’intelligenza artificiale integrata nei servizi digitali di massa.

L’Unione Europea sembra determinata a garantire che l’innovazione nell’IA non avvenga a scapito della concorrenza, della libertà di scelta degli utenti e della pluralità tecnologica

 

📰 Fonti sull’indagine antitrust della Commissione Europea su Meta e WhatsApp AI

1. Fonti ufficiali / istituzionali

2. Articoli italiani affidabili

3. Riferimenti internazionali / conferme delle notizie

4. Procedimento AGCM – contesto italiano

 

 

 

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