Il Sud Innovation Summit: l’innovazione in Sicilia entra in una nuova era

Il Sud Innovation Summit: Una Nuova Era per l’Innovazione in Sicilia

 

L’incontro “Champions e luoghi dell’innovazione” moderato da Biagio Semilia. Tra i temi anche AI, startup e corporate.

MESSINA – Il Sud Innovation Summit, giunto alla terza edizione, sta affrontando i più disparati temi legati al mondo del lavoro e alla tecnologia, all’intelligenza artificiale e a un’innovazione a tutto tondo, che porterà le attività e più in generale la società a una nuova quotidianità, immersa in un futuro che ormai è il presente. E tra i vari incontri della prima giornata del SIS, c’è stato anche quello dal titolo “Champions e luoghi dell’innovazione: verso una filiera siciliana”.

Moderato da Biagio Semilia, fondatore di Digitrend e Innovation Island, il panel si è concentrato su startup, investitori, hub di innovazione, competenze e territorio. Semilia nel presentare l’incontro ha spiegato che è stato organizzato per capire “cosa si può fare e a che punto siamo” sui temi dell’innovazione.

D’Urso e l’esperienza di Le Village

La prima a parlare è stata Annarita D’Urso, di Le Village Catania. Ha spiegato che “nel mondo dell’innovazione non esiste la competizione e non a caso abbiamo tutti lo stesso obiettivo, portare in Sicilia l’innovazione con la I maiuscola. Sono sinergie che nascono e coltiviamo. Ci siamo focalizzati nel creare un ecosistema a Catania e in Sicilia fatto di startup, imprese corporate e stakeholder. Le Village ha l’obiettivo di stare al fianco di startup e corporate. Volevamo offrire un percorso e consulenze, scegliendo le startup più promettenti da affiancare alle corporate per una crescita reciproca. Abbiamo aumentato in un anno le startup accelerate e anche le corporate che hanno scelto di investire. Le Village è a Catania in centro. Però rappresenta un Hub di innovazione per tutto il territorio. Ci sono anche startup del resto della Sicilia che si appoggiano a noi e magari aprono una sede a Catania sfruttando i nostri uffici.”

Domina, LexHero e i ritmi della Sicilia

Manfredi Domina di LexHero ha portato il punto di vista delle startup, ricordando la storia della propria avventura e sottolineando come nel 2021, da Palermo, “ci sentivamo un po’ isolati”. Poi ha spiegato: “Se noi come azienda possiamo trovare capitali da investire in Sicilia, a casa, per assumere qui che sia a Palermo o nel resto dell’isola, è normale che faremo di tutto per farlo. Ma la vera difficoltà è che a Palermo si sta troppo bene e si finisce per rilassarsi e prendere i ritmi della Sicilia. Quando faccio qualche giorno a Milano ne esco frullato. Dobbiamo ricordarci che anche a casa bisogna tenere un certo ritmo e bisogna correre.”

Di Pasquale, Plug and Play: “Serve consapevolezza”

Sulla vivacità siciliana è intervenuto poi Daniele Di Pasquale di Plug and Play, che ha ricordato come l’obiettivo debba essere portare “una maggiore consapevolezza in Sicilia. Prima non avevo mai avuto la possibilità di capire come bisognasse investire in una startup, che competenze servissero. Ma negli ultimi anni anche grazie a iniziative come il Sud Innovation Summit vedo che la cosa sta migliorando. Il tema non è l’assenza o la poca voglia di fare. Il tema è avere la consapevolezza di cosa si possa fare in ambito di innovazione sul territorio, che si sia una startup o una corporate.”

Il trend degli investimenti in evoluzione secondo Scarano

Andrea Scarano, di Elis Innovation Hub, è partito dalla propria esperienza personale, perché “la mia formazione è partita dal Politecnico di Milano”, passando poi per diverse esperienze che lo hanno portato prima a Roma e poi a Catania. E ha sottolineato come “lo scenario degli ultimi 5 anni parla di un trend di investimenti in evoluzione, anche grazie all’intervento della politica. Credo che si stia facendo molto per attirare capitali e tecnologie in Sicilia.”

Il Parco scientifico e tecnologico

Sebastiano Di Stefano di PST Sicilia ha portato il punto di vista del Parco scientifico e tecnologico: “Cosa fa un polo come il nostro e cosa può comportare? Siamo un parco scientifico attivo dagli anni ’90. Abbiamo messo in collegamento il mondo delle università e le imprese. Oggi il polo tende a rimettere a disposizione delle grandi imprese i contatti e le interlocuzioni con piccole e medie imprese, le startup innovative e il territorio. Dopo 10 anni abbiamo riaperto al sistema pubblico-privato, ma non cerchiamo soci finanziatori ma soci attuatori.” Il presidente e direttore del PST ha sottolineato l’importanza dell’innovazione scientifica e dei rapporti con gli enti sul territorio, non focalizzando solo su Catania ma su tutta la Sicilia. E ha dato una nuova prospettiva sugli obiettivi: “Per rendere sostenibile l’ecosistema dell’innovazione bisogna muoversi con velocità. Ma bisogna fare ossigeno a questi ragazzi e oggi ce ne sono tanti che se no sono costretti ad andare via.”

Le “buone notizie” secondo Parodi Giusino

Infine Ugo Parodi Giusino, founder di Magnisi: “Quando abbiamo fondato Magnisi abbiamo pensato ai problemi che avevamo avuto noi nel creare la startup e capito che volevamo basare tutto sulla risoluzione di questi problemi. La Sicilia non è il miglior posto dove creare una startup ma il capitale è tra gli ultimi punti. Chi dà i capitali però spesso è un soggetto estremamente sofisticato abituato a dialogare con soggetti dello stesso livello e spesso gli startupper non sono preparati a questo dialogo. Quando abbiamo iniziato noi non c’era niente, non c’erano village, workshop. La prima cosa deve essere la cultura economico-finanziaria. Quello che c’è è il capitale umano che però va fatto crescere in maniera corretta e veloce. In Sicilia spesso è difficile. Quali sono le buone notizie? Vivere in Sicilia è una scelta. Ci sono cose che ora vanno di pari passo con due trend: il primo è che si comincia a cercare la qualità della vita e prima non era così. Questo alla fine premierà la Sicilia. Il secondo tempo è che ora ci sarà un accesso diverso agli strumenti grazie alle tecnologie, alle relazioni, ai prodotti. Oggi la Sicilia è diversa da quella che era 20 anni fa.”

Bandi e rapporti pubblico-privato

Tra i temi anche quello dei bandi, con i relatori ad evidenziare pregi e difetti, questi ultimi soprattutto in tema di chiarezza e “scrittura”. Domina ad esempio ha spiegato che non si può fare impresa “passando da un bando a un altro. Le risorse pubbliche possono essere a sostegno, ma non unica fonte. Se questa cosa può aiutare a investire bene, ma se parliamo di un progettificio non serve.” La collaborazione con le istituzioni è un aspetto, quindi, dell’innovazione, ma da supporto a investimenti e non come base su cui costruire. I bandi però, “pur complessi”, restano “un’opportunità” ha spiegato D’Urso. In conclusione, parlando della gestione delle startup, Parodi ha sottolineato come tutto sia basato su “fiducia e competenze”, anche i rapporti tra imprese o tra pubblico e privato.



Questa è la traduzione in italiano, mantenendo la struttura HTML di base per principianti nel campo dell’intelligenza artificiale.

Fonte : www.tempostretto.it

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