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L’Unione Europea pubblica il Codice di Buone Pratiche per l’Intelligenza Artificiale: cosa cambia per i modelli come ChatGPT, Gemini e Le Chat

 

Una copia della legge sull’intelligenza artificiale dell’Unione Europea esposta durante l'AI & Big Data Expo 2025 a Londra.

 

Una copia della legge sull’intelligenza artificiale dell’Unione Europea esposta durante l’AI & Big Data Expo 2025 a Londra – ISABEL INFANTES/REUTERS

Il 10 luglio 2025, la Commissione europea ha finalmente pubblicato il Codice di Buone Pratiche per l’Intelligenza Artificiale a uso generale, uno strumento cruciale per la regolamentazione dei grandi modelli generativi come ChatGPT (OpenAI), Gemini (Google) o Le Chat (Mistral).

Questo codice, inizialmente atteso per il 2 maggio, arriva con due mesi di ritardo, ma l’entrata in vigore rimane confermata per il 2 agosto, secondo quanto annunciato da Bruxelles.

📜 Cos’è il Codice di Buone Pratiche?

Il Codice di Buone Pratiche è un insieme di obblighi e impegni rivolti ai produttori di modelli generativi di IA. Non si tratta ancora di una legge vincolante, ma è strettamente collegato all’AI Act, il regolamento europeo che mira a disciplinare lo sviluppo, l’uso e la trasparenza dell’intelligenza artificiale nei 27 Paesi membri.

⚖️ Obblighi principali previsti

  1. Documentazione tecnica completa

    • I firmatari del codice dovranno fornire una documentazione dettagliata alle aziende e pubbliche amministrazioni che vorranno integrare i loro modelli di IA nei propri sistemi.

  2. Politica sul diritto d’autore

    • Le aziende dovranno adottare una politica chiara che escluda l’uso di contenuti protetti da copyright per l’addestramento dei modelli, soprattutto se i detentori dei diritti hanno esercitato il diritto di “opt-out”.

    • Devono inoltre prevenire il plagio di testi, immagini, video o suoni protetti prodotti dall’IA.

  3. Trasparenza e accountability

    • Le aziende devono rendere pubblici elementi fondamentali come:

      • Origine dei dataset

      • Capacità del modello

      • Limiti tecnici e rischi noti

💥 Pressioni e resistenze

L’adozione del Codice avviene in un clima di forte pressione da parte dei giganti americani del settore tech, ma anche di alcune aziende europee che chiedono una “pausa” nell’implementazione dell’AI Act.
Nonostante ciò, la Commissione europea mostra determinazione nel proseguire, pur lasciando aperta la porta a eventuali modifiche future.

🔍 Quali implicazioni pratiche?

Implicazioni pratiche

📅 Prossime tappe

  • 2 agosto 2025: entrata in vigore delle prime misure operative

  • 2026: prevista l’applicazione piena dell’AI Act, compreso il sistema sanzionatorio per le violazioni

🧠 Conclusione

Con questo Codice, l’Europa cerca di creare un modello alternativo alla deregulation americana e alla sorveglianza cinese, puntando su diritti digitali, trasparenza e protezione del copyright. Resta da vedere se i colossi dell’IA accetteranno davvero queste condizioni o tenteranno nuove forme di elusione.

Fonte: ww.ladinews.it

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