Intelligenze Generative: La Minaccia Silenziosa contro l’Istruzione?
Di fronte all’irruzione dell’intelligenza artificiale (IA) nelle società, i responsabili dei sistemi educativi scelgono generalmente di adottare, sebbene con sfumature e riserve, una posizione favorevole, validando così l’ipotesi di un possibile contributo benefico di questa tecnologia all’educazione. Su quali argomenti si basa questa posizione di principio? Altri argomenti potrebbero esserle opposti?
L’affermazione del carattere ineluttabile della diffusione dell’IA è una predizione. Questa è la sua principale debolezza, poiché il futuro non è mai certo. Tanto più che questa predizione ha origine all’interno delle grandi aziende del digitale, i Gafam – Google (Alphabet), Apple, Facebook (Meta), Amazon e Microsoft, che predicono ciò che è vantaggioso per loro e si trovano così in una manifesta situazione di conflitto di interessi. Che essa venga ripresa massicciamente dai media e dalle organizzazioni che vi trovano un interesse diretto, ma anche dai quadri dell’educazione, deriva innanzitutto dal potere dei Gafam e dalla loro influenza.
L’interesse che il pubblico giovane ha mostrato molto presto per le IA generative, in particolare per ChatGPT messo generosamente a loro disposizione dal suo creatore, è spesso citato come uno dei segni visibili del carattere ineluttabile della diffusione dell’IA nell’educazione, facendo in qualche modo obbligo agli insegnanti di interessarsene a loro volta: poiché i vostri studenti lo usano, tanto vale insegnare loro a farlo bene.
L’argomento dell’utilità pedagogica
Questo argomento si basa sull’ipotesi che non solo ci siano usi delle IA generative benefici per l’apprendimento, ma anche che gli usi che non lo sarebbero possano essere evitati attraverso una formazione adeguata. Queste due ipotesi meriterebbero quanto meno di essere esaminate seriamente prima di essere accettate.
L’argomento dell’utilità pedagogica sostiene l’argomento dell’inevitabilità. Può essere difeso da diversi angoli. Alcuni insegnanti ritengono che alcune IA forniscano loro mezzi per concepire e attuare attività pedagogiche che considerano benefiche per sé stessi e per i propri studenti. Alcuni editori ritengono che l’IA offra loro strumenti per progettare risorse digitali più efficaci. Qualunque sia il parere su queste iniziative, la libertà pedagogica degli insegnanti e la libertà creativa degli editori devono ovviamente essere rispettate.
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Fonte: www.lemonde.fr