Il co-fondatore di OpenAI deplora il suo approccio open source iniziale.

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OpenAI ha rivelato la sua nuova versione di ChatGPT, GPT-4,

ma la startup non ha fornito molte informazioni sulle dati utilizzati per addestrare il sistema, i costi energetici, l’hardware o i metodi specifici utilizzati per crearlo. Gli esperti di intelligenza artificiale rimpiangono il fatto che il modello non sia open source, poiché ciò potrebbe compromettere la sicurezza e dare all’azienda un vantaggio competitivo. Tuttavia, Ilya Sutskever, co-fondatore di OpenAI, ha giustificato questa scelta affermando che i modelli sono molto potenti e sono diventati più potenti col tempo, il che li rende anche pericolosi se fossero divulgati.

Questo cambiamento di approccio rappresenta un’inversione di rotta per OpenAI, che, all’inizio nel 2015, aveva dichiarato di voler “creare valore per tutti anziché per gli azionisti” e di “collaborare liberamente con gli altri” per “ricercare e implementare nuove tecnologie”. Fondata come organizzazione no-profit, OpenAI è poi diventata un’azienda a scopo di lucro. Sutskever ha riconosciuto che i loro inizi erano un errore e ha dichiarato che l’apertura del codice sorgente non era la cosa più sagia per il futuro dell’IA.

Inoltre,

alcuni esperti ritengono che la ragione per cui GPT-4 non è open source sia la questione della responsabilità legale. I modelli di linguaggio dell’IA sono in parte addestrati con informazioni provenienti dal web, alcune delle quali sono protette da copyright. Quando gli è stato chiesto se i dati di addestramento di GPT-4 potessero includere o meno contenuti piratati, Ilya Sutskever non ha risposto.

Tuttavia,

i critici sono delusi da questa scelta, poiché potrebbe servire da avvertimento per altre aziende che desiderano utilizzare l’IA per lo sviluppo interno e dare a OpenAI un vantaggio tecnico se riesce a ottenere dati privati che non condividerà con gli altri.

In ultima analisi, il lancio di ChatGPT-4 rappresenta un ulteriore passo avanti per l’IA e la tecnologia di elaborazione del linguaggio naturale. Tuttavia, per coloro che lavorano nell’ambito dell’IA, questo evento solleva importanti questioni sull’equilibrio tra proprietà intellettuale e concorrenza e su come la tecnologia possa essere utilizzata a beneficio di tutti.

Fonte : Repubblica.it

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