I reclutatori sommersi dai CV generati dall’IA

Sempre più candidati utilizzano l’IA per creare il loro CV e la loro lettera di motivazione, il che sta iniziando a sconvolgere il mercato del lavoro.

I reclutatori sommersi dai CV generati dall'IA 

Con il ricorso all’IA, il volume di CV potenzialmente interessanti esplode (foto di illustrazione). (SKYNESHER / E+)

Diverse ricerche confermano questo fenomeno in questo inizio di settembre. Secondo quella della società Canva, il 50% delle persone in cerca di lavoro oggi utilizza generatori di CV o lettere di presentazione. Per la società di recruiting Beamery, la percentuale è piuttosto intorno al 45%. Secondo l’istituto Neurasigh Data, addirittura il 57% dei candidati si affida ormai a ChatGPT e simili per rispondere agli annunci di lavoro.

È abbastanza semplice capire il perché. Sono strumenti che permettono di personalizzare molto facilmente il CV e la lettera di presentazione in base all’azienda. Garantiscono anche che si mettano in risalto le esperienze giuste e che si utilizzino le parole chiave corrette, aumentando così le possibilità di finire in cima alla pila.

Alcuni software sanno persino rispondere automaticamente alle domande dei formulari, il che fa risparmiare molto tempo. Con questa evoluzione, i reclutatori ne escono piuttosto perdenti, poiché il volume di CV potenzialmente interessanti esplode. Diventa quindi sempre più difficile per loro identificare i veri talenti in mezzo a una massa di CV sempre più uniformi.

Tuttavia, utilizzano già strumenti di filtraggio e algoritmi per selezionare i CV, e persino l’intelligenza artificiale. Forse questo è proprio il problema. Con l’informatica, il processo di reclutamento si è progressivamente automatizzato negli ultimi anni. Di conseguenza, è diventato completamente disumanizzato. Non sorprende che i candidati rispondano con le stesse armi: l’IA e l’automazione. Ci si consola pensando che c’è sempre un colloquio faccia a faccia alla fine del processo, ma quanti talenti potenziali vengono scartati lungo il percorso.

Esiste un’altra soluzione? Non è sicuro. È difficile immaginare un ritorno al passato, dove ogni candidato venga ricevuto personalmente. Chissà? Forse un domani saranno le intelligenze artificiali a dialogare tra loro sull’idoneità per una posizione lavorativa. Nel frattempo, il risultato è che il reclutamento è diventato molto dipendente dalle reti di contatti e dal favoritismo. Tutto ciò che la tecnologia cercava di evitare.

Fonte: www.francetvinfo.fr

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