OpenAI accusata di violazione delle regole sulla protezione dei dati personali in Europa
OpenAI accusata
La società OpenAI, detentrice del programma di intelligenza artificiale ChatGPT, è attualmente oggetto di accuse da parte dell’autorità italiana per la protezione dei dati personali. Secondo un comunicato pubblicato lunedì 29 gennaio sul sito dell’istituzione, questa autorità ritiene che le misure adottate da OpenAI per proteggere i dati personali dei suoi utenti presentino irregolarità rispetto al regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’Unione europea, senza specificare la natura di tali irregolarità.
L’autorità italiana, equivalente alla CNIL francese, ha concesso a OpenAI un periodo di trenta giorni per rispondere a queste accuse. Ha inoltre menzionato che terrà conto dei lavori in corso all’interno del gruppo di lavoro dell’UE su questo tema nella sua decisione finale.
Questa situazione non è nuova per ChatGPT. Infatti, l’autorità italiana aveva bloccato il programma alla fine di marzo 2023, rimproverando a OpenAI di non rispettare la normativa europea e di non avere un sistema per verificare l’età degli utenti minorenni. Inoltre, rimproverava a ChatGPT l’assenza di una nota informativa per gli utenti i cui dati vengono raccolti da OpenAI, con l’obiettivo di “addestrare” gli algoritmi che alimentano la piattaforma.
Tuttavia, alla fine di aprile dello stesso anno, il programma era stato nuovamente autorizzato in Italia, con l’autorità italiana che riconosceva gli sforzi compiuti da OpenAI per conciliare il progresso tecnologico con il rispetto dei diritti delle persone.