Apple può far pagare le funzioni Apple Intelligence?

Le nuove funzionalità di IA di iOS 18 e macOS Sequoia presentate da Apple lo scorso giugno sono gratuite, senza asterischi né condizioni speciali, salvo ovviamente la necessità di possedere un dispositivo compatibile. Tuttavia, l’idea di far pagare per funzioni più avanzate non è da escludere.

L’intelligenza artificiale generativa non cade dal cielo. È una tecnologia che richiede molta energia e risorse per addestrare i modelli sotto il cofano, senza dimenticare i server che elaborano le funzioni online. Tutto questo ha un costo, motivo per cui la maggior parte dei bot e dei servizi di IA offrono opzioni a pagamento, come ChatGPT Plus o il piano AI Premium di Google One.

Apple Intelligence+

Apple non ha mai manifestato l’intenzione di proporre un’offerta a pagamento per il pacchetto di funzioni Apple Intelligence. Al contrario: l’azienda ha assicurato che saranno gratuite per gli utenti dotati di dispositivi compatibili. Non ci sono asterischi o menzioni di un periodo di gratuità, come accade con la funzione SOS d’emergenza via satellite (“Questo servizio è gratuito per due anni a partire dalla data di attivazione di un nuovo iPhone [compatibile]”).

La posizione di Apple è infatti chiara, a differenza di quella di Samsung, che mantiene un alone di incertezza sul modello economico delle sue funzioni Galaxy AI: diventeranno a pagamento nel 2026?

Una parte resterà gratuita e una parte sarà a pagamento?

Significa questo che Apple non vorrà mai far pagare per future funzioni avanzate di IA? Chi può dirlo. Forse l’azienda ritiene che si tratti di un investimento necessario per “imprigionare” ulteriormente gli utenti nel proprio ecosistema, che già pagano molto caro — basta guardare il prezzo di un iPhone! Ma se Apple decidesse un giorno di chiedere un contributo ai suoi clienti, potrebbe farlo attraverso un nuovo livello di iCloud+, o magari di Apple One. O semplicemente Apple Intelligence+!

L’idea avrebbe senso, dopotutto l’azienda punta sempre di più sui servizi, un’attività molto lucrativa. E dovrà pur trovare un modo per compensare la perdita del grosso assegno che Google non potrà più firmare a favore di Apple per essere il motore di ricerca predefinito in Safari! Quei miliardi di dollari rappresentano circa un quarto del fatturato annuale di questa attività.

Quanto al prezzo che Apple potrebbe chiedere al consumatore, è chiaramente troppo presto per dirlo. Neil Shah, analista di Counterpoint Research, non ha avuto scrupoli questa settimana nel tirare fuori dal cilindro un prezzo compreso tra 10 e 20 dollari al mese. Ma senza avere la minima idea dei servizi e delle funzionalità di IA che Apple intende offrire, è davvero illusorio fissarne un prezzo.

 

Fonte: www.tomshw.it

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